Link al Catalogo di Guglielmo Manenti
Unheard traces, tracce cancellate, raccoglie le grafiche realizzate da Guglielmo Manenti all’interno dei laboratori “Labor Europa” tenutisi nell’estate del 2018 a Osnabruck: la città ai confini tra Germania e Olanda in cui nel 1648 fu siglata la Pace di Vestfalia, che pose fine alla Guerra dei Trent’anni.
Non poteva esserci luogo migliore – oltre alla pace, Osnabruck conobbe, nel secondo conflitto mondiale, l’orrore dei bombardamenti – per tenere, presso il museo Felix Nussbaum, il pittore ebreo deportato dai nazisti, un simposio di storia contemporanea. In quell’occasione, i curatori Michael Gander, Thorsten Heese e Tanja Vaitulevich invitarono giovani storici provenienti da Georgia, Serbia, Slovenia, Armenia, Francia, Ucraina, Germania, Spagna, Italia, Romania e Repubblica Ceca a ricostruire la memoria della guerra.
La richiesta era semplice: i partecipanti dovevano portare con sé un oggetto simbolico che ricordasse storie di lotte vissute o in prima persona, o dalle proprie famiglie, o dalla comunità di appartenenza. Assieme all’oggetto, dovevano raccontare per iscritto il perché della loro scelta, contestualizzando i fatti.
Sono queste storie minime, così lontane dalle cronache ufficiali, l’argomento dei disegni di Guglielmo: presentati prima al museo Felix Nussbaum di Osnabruck, poi alla House of European History a Brussels, all’interno del Parlamento Europeo, e infine, a quattro anni di distanza dalla prima, presso l’Acquario Romano.
Il risultato, una via di mezzo tra il reportage archeologico e la narrazione a fumetti – alcune immagini si suddividono in strisce, evidenziando i diversi momenti dei racconti – dà comune espressione a realtà, giocoforza, soggettive.
Ogni tavola evoca, in uno stile inconfondibile, i molteplici aspetti del vissuto: la sorpresa e lo sconcerto, la speranza e la fede.
Senza la pretesa di esprimere giudizi, anzi cercando di attenersi al senso originale. Sunt lacrimae rerum, dice uno dei versi più belli dell’Eneide: ci sono lacrime che appartengono alle cose. Ma malgrado tutto, al di là di tutto, i viandanti trovano una casa, una terra dove stanziarsi e prosperare. È questo, a pensarci bene, il messaggio di ogni sentiero interrotto, di ogni “traccia cancellata”: ricomincia dal punto in cui chi ti ha preceduto si è fermato.
Andrea Guastella