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Cenere è una mostra itinerante sui vizi e le virtù del sistema dell’arte di Momò Calascibetta e Dario Orphée La Mendola a cura di Andrea Guastella che, dopo aver attraversato la Sicilia, di cui ha stigmatizzato le storture accanendosi simbolicamente su critici, galleristi e curatori locali, si appresta a varcare lo Stretto in formato aumentato rivolgendosi ai promoter più noti – i televisivi – e in generale al contesto nazionale, in una sorta di nuova Fenomenologia di Mike Bongiorno applicata a Sgarbi, Daverio, Oliva e soci.

Al termine del viaggio in Italia, condotto da Sud verso Nord come una sorta di Spedizione dei Mille, gli autori e il curatore si occuperanno, nella tappa conclusiva, delle star del sistema dell’arte globale.

Dove va l’arte oggi? Ha ancora un senso dedicarsi al disegno, alla pittura, alla scrittura? I veri artisti, chi sono? E soprattutto, chi controlla i controllori? La mostra non fornisce risposta. Si limita a condurre gli spettatori al centro di problematiche attuali ma dall’evidente risvolto universale, quali il rapporto dell’uomo con lo scorrere del tempo e l’insopportabile trionfo del banale. Il tutto entro la cornice di una terra – l’Italia – che è stata per secoli un faro di cultura e civiltà.

Le maschere presentate in mostra raffigurano per speculum in aenigmate personalità artistiche italiane (mecenati, collezionisti, galleristi, curatori, ecc.) particolarmente conosciute. E tuttavia, come il titolo stesso suggerisce, l’identità dei soggetti effigiati è cenere, un guscio da scartare. Essi esistono, o credono di esistere, solo perché uno o l’altro degli autori ha avuto un rapporto televisivo con individui reali e serba un ricordo delle loro fattezze. L’idea stessa che, oggi, il sistema dell’arte siciliano o italiano sia centrale è evocata allo scopo di destare ilarità. La denuncia degli artisti va molto al di là: muove dalla loro esperienza personale per riflettere a voce alta sul rapporto tra arte e potere. Nessuno, in ogni caso, è citato in modo esplicito, il che determina nello spettatore un profondo coinvolgimento emotivo, che non esclude anzi incoraggia i processi di identificazione. In tempi di mostre per soli addetti ai lavori (a meno che non si tratti di rassegne commerciali) Cenere ha inteso raggiungere quanti più visitatori possibile.

Per tale ragione la rassegna, inaugurata presso la Farm di Favara nel 2018, ha già toccato in Sicilia il Polo Museale A. Cordici di Erice, l’ex chiesa di San Giovanni a Gela, Palazzo La Rocca a Ragusa, il Museo Mandralisca a Cefalù, Palazzo Beneventano a Lentini, il Museo Civico di Termini Imerese, il Museo Riso a Palermo, l’ex convento di San Francesco di Paola di Castelvetrano, il Castello di Carini.

Dove va l’arte oggi? Ha ancora un senso dedicarsi al disegno, alla pittura, alla scrittura? I veri artisti, chi sono? E soprattutto, chi controlla i controllori?

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